NDE Near Death Experiences Fenomeni di pre-morte
Il termine NDE (acronimo di Near Death Experiences – esperienze in prossimità della morte) indica le visioni, le sensazioni e le esperienze di chi si è trovato in punto di morte ed è ritornato in vita.
Tali visioni, che concordano tutte tra loro nonostante le profonde differenze socio-culturali dei protagonisti, fanno ipotizzare che siano provocate da elementi reali.
Soggetti che hanno sfiorato la morte, o che addirittura si sono ritrovati nella condizione di morte clinica, raccontano di avere avuto esperienze che sono riassumibili in un modello pressoché comune: nel momento della morte la persona si ritrova con la propria consapevolezza intatta, senza più dolori e con un gran senso di pace. Nella maggioranza dei casi segue la separazione del soggetto dal corpo fisico, con la visualizzazione di tutto quanto avviene intorno; quindi l’ingresso in una regione di luce, l’incontro con voci e presenze e l’esame della propria vita con la valutazione immediata delle diverse azioni, la percezione di innumerevoli colori, di suoni e musica. Questo particolare stato di coscienza presente in tutti i fenomeni di NDE assume presso le dottrine spiritiste il nome di “Anamnesi” oppure di “Visione Panoramica”. Entrambi i termini indicano appunto quel ricordo istintivo e particolareggiato di tutti gli avvenimenti della nostra esistenza che si avrebbe al momento della morte, oltre che nell’aldilà. In realtà è stato provato che molti soggetti vicini alla morte hanno in seguito riferito di aver avuto una visione rapidissima ma ricca di particolari di tutta la propria vita trascorsa fino a quel momento, iniziando dall’infanzia.
L’esperienza si conclude con il rientro nel corpo e il ritorno dei dolori che accompagnano le situazioni di crisi.
In genere queste esperienze producono intensi cambiamenti su chi le ha vissute: tolgono la paura della morte, cambia la scala dei valori: i problemi spirituali diventano prioritari e la nuova esistenza tende a divenire altruistica.
Va detto che le esperienze di NDE non costituiscono una prova della sopravvivenza dopo la morte, ma forse un indizio; di certo agiscono in maniera estremamente incisiva sul soggetto che le ha vissute.
Secondo lo psichiatra Raymond A. Moody, le NDE comprendono quindici elementi; ma anche se è stato accertato statisticamente che nessuna esperienza li presenta tutti, una grande maggioranza di esse ne include almeno sette:
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L’estrema difficoltà di trovare parole adatte per descrivere la propria esperienza post mortem, il proprio ritorno e la permanenza; in ogni caso il paziente “sente” i medici che annunciano la sua morte.
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Sperimentare una sensazione iniziale di grande pace e tranquillità.
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Percepire un forte rumore, a volte, ma non sempre, sotto forma di musica piacevole.
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Attraversare un “tunnel” buio.
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Sentirsi “fuori dal corpo”, e capace di guardare il proprio corpo “dall’esterno”.
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Incontrare “altri”: qualche volta spiriti sconosciuti, qualche volta persone care che lo hanno preceduto nella morte.
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Dopo gli spiriti, incontrare anche un grande “Essere di Luce”.
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Vedere passare di fronte, come in un attimo, tutta la propria vita.
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Incontrare un “confine”, o limite, che gli impedisce di proseguire oltre il proprio viaggio.
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Ritornare alla vita (spesso con un sentimento di malinconia per non essere potuto rimanere più a lungo nell’aldilà).
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Parlare della propria esperienza ad altri.
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Sperimentare profondi effetti sulla propria vita.
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Guardare in modo nuovo alla morte (libero ormai da ogni tipo di paura).
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Vedere la propria esperienza confermata da altri resoconti di NDE o dall’incontro con psichiatri e altri specialisti.
Durante la prima fase di questo fenomeno, le persone conservano ancora una certa lucidità mentale, sono in grado di ascoltare i commenti sulla propria morte e percepiscono il medico che misura loro il polso o dichiara la certificazione del decesso. A questa prima esperienza ne segue un’altra un po’ confusa, fatta di strani rumori e altre percezioni, oltre che dalla sensazione di essere sospeso nello spazio o di girare in maniera vorticosa su se stesso; alla fine, improvvisamente, la coscienza si spegne, tutto il mondo esterno cessa di emettere segnali; a questo blocco segue una sensazione di pace e benessere, uno stato mistico di felicità. È il momento del famoso tunnel, a volte descritto come un passaggio oscuro e angusto, altre come avvolto in una luce accecante. Molti ricordano anche la sensazione simile alla caduta in un pozzo, oppure legata a spazi invasi di nebbia o grandi cavità nelle quali il soggetto improvvisamente sprofonda. In ogni caso il viaggio si conclude con l’arrivo nell’aldilà, dove centinaia di forme umane luminose e semitrasparenti sembrano attendere il nuovo arrivato che è subito in grado di identificare i suoi cari defunti.
Il ritorno è invece una sensazione molto più rapida, quasi istantanea: appena intraviste le figure evanescenti si ha la sensazione di una barriera che impedisce al soggetto di unirsi a loro, alcuni la indicano come una costrizione invisibile, altri come un fiume oppure un lago; si ritorna, a volte, seguendo lo stesso tunnel, ma più frequentemente invasi da una sensazione descritta come rapidi vortici che avvolgono il soggetto fino a che non gli appaiono nitide le immagini della camera d’ospedale oppure del pianto dei propri familiari.
Due sono infine i fenomeni particolarmente noti, legati alle esperienze pre morte, la Doppia Vista e le apparizioni al letto di morte. Nel primo caso si tratta della facoltà di percepire, come in una visione normale, immagini e fatti che non appartengono alla nostra realtà. Pur essendo un fenomeno spesso registrato nei medium esiste un’ampia casistica che riguarda le visioni dei morenti nei confronti di persone loro care e già defunte.
Le apparizioni in letto di morte riguardano invece una casistica ampiamente documentata, che deriva dalla testimonianza di molte persone le quali hanno affermato che, nelle ore che precedono la morte, si sono spesso manifestate visioni nelle quali appaiono i loro parenti o amici defunti, a volte persone anche sconosciute. Anche se il fenomeno è stato relegato tra le allucinazioni che precedono la morte, molti casi fanno supporre che gli elementi scatenanti siano di diverso genere e natura.
Robert Straw