I CHIODI E IL SIGILLO DI SALOMONE
Nell’antichità il chiodo aveva un ruolo ben preciso nelle pratiche religiose, era infatti una sorta di memoria devozionale, lasciata dai fedeli nei templi; nello stesso tempo poteva anche essere una sorta di ex-voto, come sembrerebbero confermare i chiodi recanti scritte e simboli rinvenuti nei santuari e sulle statue delle divinità. Tra gli antichi romani era diffusa l’abitudine di piantare un chiodo nel luogo in cui cadeva un epilettico: in questo modo si riteneva di “inchiodare” al suolo lo spirito malvagio al quale era imputata l’origine della malattia. Da segnalare, inoltre, la forte valenza simbolica attribuita dalla religione all’atto di piantare. In alcune regioni della Francia, all’inizio del XX secolo, era d’uso piantare dei chiodi nelle statue dei santi, con l’intenzione di chiedere la grazia. Un altro rito presente nella cultura contadina italiana e del ticinese prescriveva di piantare cinque chiodi nei ceri pasquali, disponendoli a forma di croce. Si consideri inoltre che nel folclore sono moltissime le credenze intorno al ruolo protettivo dei chiodi, utilizzati non solo come semplici scaccia-guai, ma anche con funzioni terapeutiche valide a guarire tutta una serie di malattie. L’anello ottenuto con chiodi era considerato protettivo contro le influenze negative, oltre a essere un oggetto capace di guarire molti mali. L’anello regale, ottenuto dalla fusione dei chiodi, aveva un forte potere taumaturgico: i re d’Inghilterra, oltre a possedere la capacità soprannaturale del “tocco”, con il quale guarivano le scrofole, (adenite tubercolare), erano noti per la “benedizione” che impartivano con i “cramp-rings”, gli anelli che avevano consacrato loro stessi, e che garantivano la guarigione a tutti i tipi di dolori muscolari.
Particolarmente famoso e di certo molto conosciuto è invece il Sigillo di Salomone, rappresentato da una stella costituita da due triangoli: al primo, con la punta rivolta verso l’alto, che rappresenta la personificazione del principio spirituale, viene sovrapposto un altro triangolo, con la punta rivolta verso il basso, a simboleggiare il principio corporale. La metà esagonale che ne deriva, nell’iconografia cabalistica dell’Albero della Vita, rappresenta la Sephirah del sole, che è in congiunzione con il cuore. Salomone utilizzò questo segno come sigillo per richiamare i demoni che, successivamente, costruirono il suo tempio a Gerusalemme, e infine per allontanarli.
La Stella conferisce buon umore, donando la pace interiore e la fiducia in se stessi.
Il Sigillo di Salomone o Esagramma, rappresenta il Macrocosmo; il triangolo con la punta verso l’alto simboleggia il principio maschile mentre quello con la punta verso il basso, il principio femminile. Uniti nell’esagramma formano il principio divino, il perfetto equilibrio, l’androginia. Riportando queste forme nella geometria sacra, (cioè in forma tridimensionale) i triangoli divengono tetraedri e il cerchio sfera, si ottiene cioè l’immagine di un altro misterioso oggetto, anch’esso con valenze di Amuleto o Talismaniche: il Tetraedro. Simbolicamente il tetraedro rappresenta la legge più nascosta del mondo materiale, cioè la relazione tra due metà complementari che insieme formano una unità in perfetta armonia ed equilibrio. Nella Creazione queste metà sono le due leggi opposte dello spirito e della materia. Questo vale sia per il macrocosmo che per il microcosmo, cioè sia per i corpi celesti che per l’essere umano, con la sola differenza che quest’ultimo incarna coscientemente le due leggi di spirito e materia, potendole applicare per tendere verso l’unità.
Non è un caso che la vita biologica sulla terra si basi sul Carbonio, la cui struttura molecolare più nota ha proprio forma di tetraedro.
Helios