Iettatura e malocchio
Malocchio e Iettatura o Jettatura, hanno profonde radici nella storia della tradizione popolare; il primo viene inteso come una sorta di influenza nefasta esercitata dagli uomini su altri uomini; in questo senso la credenza popolare assegna un potere magico all’occhio, potere da attribuire ad uno sguardo oltremodo desideroso o invidioso dei beni e delle altrui fortune.
La iettatura, in questo senso, si presenta come una derivazione del malocchio stesso, derivando dalle influenze negative dell’occhio malvagio, ovvero, in poche parole, si tratterebbe del risultato finale del malocchio; d’altra parte il termine stesso avvalora questa ipotesi, iettatura deriva infatti dal latino Jectàre nel senso di mandar fuori, spargere, e identifica in maniera inequivocabile l’influsso maligno che, secondo le tradizioni popolari, viene fuori anche inconsapevolmente da certe persone, recando sventura.
Non si tratta, come molti pensano, di una credenza di origine medioevale, già alcune iscrizioni datate intorno al 3000 a.C. narrano di una divinità degli inferi che uccise la dea dell’amore con uno sguardo e sembra che fosse uso comune presso gli Egizi trovare sempre nuovi modi per liberare le persone dal malocchio e dalla iettatura.
Nella tradizione popolare, colui che arreca disgrazie e sfortuna, viene solitamente descritto come una persona magra e pallida, di colorito giallognolo, con il volto scavato, le sopracciglia folte, il naso curvo e grandi occhi, solitamente nascosti da un paio di occhiali neri. Gli occhi dello iettatore vengono sempre accostati a quelli del rospo, animale al quale da sempre è stato attribuito il “dono” della iettatura, tanto che si credeva fosse in grado di uccidere un usignolo con il solo sguardo; completa la figura dello iettatore un abbigliamento perennemente di colore nero e un carattere scostante e taciturno.
E’ vero comunque che questo tipo di figura andava bene fino a qualche decennio or sono; con il continuo mutare dei costumi, anche il personaggio dello iettatore ha assunto sembianze diverse; adesso è difficilmente identificabile, confuso tra la folla anonima ma sempre carico di potere negativo; l’unica cosa che rimane immutata, sempre secondo la tradizione popolare, è il suo comportamento di base: non appena viene a conoscenza di malanni o disgrazie altrui, risulta essere uno dei primi ad “interessarsi” e a “dispiacersene”!
Le credenze popolari identificano anche i soggetti maggiormente esposti a iettaure e malocchio; si tratta principalmente di bambini ancora in tenera età, di donne incinte, giovani coppie di fidanzati; in ogni caso di persone cosiddette “passive”, ovvero in momentaneo stato di debolezza psichica transitoria o permanente.
Identificate le persone soggette a questo tipo di influenza, vengono anche identificati i potenziali iettatori i quali, consapevolmente o meno, sono in grado di nuocere a livello psicologico; si tratta in sostanza di soggetti profondamente pessimisti o invidiosi, che emanano pensieri nocivi in relazione al loro modo di percepire negativamente il mondo.
Questi soggetti sarebbero in fondo degli infelici, condannati ad attrarre su loro stessi e su coloro che li circondano una sorta di odio cosmico alimentato dai pensieri negativi, spesso tendenti alla morbosità, che fanno sprofondare il soggetto colpito in un baratro di sofferenza.
Ma esiste una qualche spiegazione razionale che possa in qualche modo rendere meno occulti i concetti di iettatura e malocchio?
In realtà, nella terminologia occulta, il termine malocchio non esiste, così come non viene pienamente contemplato quello di iettatura; entrambe queste due credenze vengono riunite e studiate sotto una unica simbologia, molto più complessa e illimitata: il “Sortilegio Involontario o Influsso Malefico Involontario”.
Nella tradizione occultistica con l’espressione Sortilegio Involontario, si intende una propagazione incontrollata e naturale di “onde eteree malefiche indotte”, mentre l’involontarietà di tale fenomeno viene attribuita alla mancanza di un vero e proprio rituale volto ad ottenere il maleficio stesso.
Affinché il Sortilegio Involontario sortisca i suoi effetti, debbono coesistere due condizioni essenziali: l’Agente e il Soggetto.
Il primo è ovviamente colui che “trasmette”, identificato in termini occultistici come un essere a basso livello evolutivo e dotato di un potere propagatore negativo; l’Agente non è in grado di controllare la propria influenza negativa, molto spesso non è neanche a conoscenza di questo suo “potere” che di conseguenza non riesce a trattenere.
Il Soggetto, ovvero colui che riceve o assorbe, è una persona particolarmente debole, a volte inconsapevole della sua stessa debolezza e spesso neanche a conoscenza dell’influenza negativa che si porta addosso.
Helios