Psicofonia e psicovisione
Con il nome di Psicofonia viene identificato un fenomeno, relativamente recente, in base al quale voci, suoni o musiche appaiono incisi su nastro da una magnetofono senza che, nel momento della registrazione, siano stati emessi o uditi da alcuno.
Le voci sembrano essere, nella maggior parte dei casi, quelle di defunti. Collegando al magnetofono un apparecchio radio intonato sul semplice rumore di fondo fra due stazioni, il regista svedese Friedrich Jürgenson si accorse che otteneva registrazioni più frequenti e più chiare: le entità, come egli le considerava, si servivano evidentemente dell’apparecchio per facilitare le loro comunicazioni.
Per alcuni studiosi il fenomeno avviene per via delle tracce sonore che gli avvenimenti lasciano nella materia, per altri le cause sono da ricercare nell’inconscio dello sperimentatore, il quale risponderebbe alle proprie aspettative agendo involontariamente sull’apparecchio. Non pochi, infine, negano il fenomeno, sostenendo che si tratti soltanto di interferenze radiofoniche.
In ogni caso la pratica del magnetofono si va diffondendo e ripropone ancora una volta gli stessi interrogativi, non ancora risolti, che riguardano i temi dello Spiritismo e della Medianità.
La Psicovisione, invece, è anch’essa un fenomeno molto recente, ancora indagato dalla parapsicologia, che riguarda il presentarsi sullo schermo televisivo di immagini di origine sconosciuta. Spesso l’apparizione dei volti in televisione è stata preannunciata da misteriose “voci” registrate su nastro magnetico. Anche se la Psicovisione non costituisce un fenomeno ancora molto diffuso, si conoscono tuttavia non pochi casi di apparizioni su schermo televisivo che alcuni sperimentatori dichiarano essere di trapassati.
Le prime manifestazioni psicovisive furono fugaci apparizioni di volti di defunti tra le normali immagini di programmi televisivi. In seguito la sperimentazione consentì di memorizzare, attraverso un videoregistratore, parecchie di queste immagini. I risultati più sorprendenti sono stati finora ottenuti dal tedesco Klaus Schreiber che, controllato da fisici e ingegneri, ha potuto fissare col videoregistratore i volti dei suoi parenti defunti (un figlio, una figlia e la prima moglie), oltre ai volti di parenti di altre persone che li hanno puntualmente riconosciuti.
Quest’ultimo particolare ha convinto alcuni ricercatori che non si possa trattare di proiezioni inconsce dello sperimentatore.
Robert Straw